Il Barocco
Il termine deriva da un'antica parola portoghese, barroco (barueco in spagnolo), usata per definire una perla scaramazza, ovvero una perla non coltivata, non simmetrica. Proprio per le particolarità del suo stile l'arte barocca si accosta alla perla scaramazza.
Il Concilio di Trento, conclusosi nel 1563, aveva segnato una tappa importante nella cultura cattolica, dettando delle regole precise anche per le arti figurative. L'obiettivo della pittura e della scultura nelle chiese doveva essere quello di illustrare anche agli analfabeti gli episodi della Bibbia e della tradizione cristiana. Questa deriva verso una concezione populistica dell'arte negli edifici sacri viene considerata dagli storici uno degli elementi portanti delle innovazioni del Caravaggio e dei Fratelli Carracci, i quali lavorarono a Roma intorno al 1600, disputandosi le varie commesse di lavoro.
Il fascino dello stile barocco era derivato in modo del tutto consapevole dalle agilità e dalle qualità intellettuali dell'arte manierista del XVI secolo, estese fino ad un fascino viscerale che puntava al coinvolgimento dei sensi. Veniva impiegata un'iconografia il più possibile diretta, semplice, ovvia, ma comunque teatrale. L'arte barocca iniziò a delinearsi su certe tendenze all'essenziale e all'eroico di Annibale Carracci e del suo circolo, trovando ulteriori ispirazioni in altri artisti quali Correggio, Caravaggio e Federico Barocci, ai quali ci si riferisce come proto-barocchi. Le idee embrionali del barocco si ritrovano anche in Michelangelo Buonarroti. Una sorta di parallelo è possibile con l'ambito musicale, tanto da rendere espressivo e utile il termine "musica barocca": ci sono dei fraseggi contrastanti per lunghezza e armonia, il contrappunto prende piede sostituendo la polifonia, il tono e l'amalgama orchestrale fa la sua apparizione sempre con maggior insistenza. Sono ancora in un numero maggiore i paralleli generali avvertiti da alcuni esperti in filosofia, letteratura e poesia, ben più difficili da indicare con esattezza.
Anche se il Barocco, in molti centri, viene sostituito dal Rococò, che prende le sue mosse in Francia alla fine del 1720, in modo particolare per quanto riguarda gli interni, i dipinti e le arti decorative, l'architettura barocca rimane uno stile attuale e pienamente in uso fino all'avvento del Neoclassicismo alla fine del XVIII secolo. Vedi, ad esempio la Reggia di Caserta, palazzo barocco (sebbene gli esterni siano alquanto sobri) che non viene iniziato se non nel 1752. I critici, infatti, non parlano più di un "periodo barocco".
Nella pittura, le forme del barocco sono più ampie di quelle manieriste: meno ambigue, meno arcane e misteriose, più vicine a quelle dell'opera, una delle principali forme artistiche del barocco. La posa nel barocco dipende dal contrapposto ("contrapposizione"), con la tensione che muove i personaggi con le spalle e il bacino che formano dei piani che si muovono in direzioni opposte. Vedi il David di Bernini.
Le scene più asciutte, meno drammatiche e con meno coloritura, generalmente più temperate dell'architettura del XVIII secolo sono spesso inquadrate separatamente come manifestazioni tardo barocche (vedi Claude Perrault). Anche il fenomeno noto come neo-palladianesimo, impersonato da William Kent è uno sviluppo parallelo che avviene in Inghilterra e nelle colonie britanniche.
Il barocco viene definito da Heinrich Wolfflin (1888) come quel periodo in cui l'ovale lascia il posto al cerchio nel centro delle composizioni; tale centralizzazione rimpiazza l'equilibrio e da quel momento gli effetti più vividi e pittorici iniziano a diventare più evidenti.
Alcuni storici dell'arte, per lo più protestanti, hanno sottolineato che lo stile barocco si è presentato in un periodo in cui la Chiesa cattolica romana doveva reagire ai molti movimenti culturali rivoluzionari che producevano nuova scienza e nuove forme di religione, il Protestantesimo. È stato detto che il barocco, così monumentale, è lo stile che poteva dare al papato, come ad una monarchia assoluta, un modo d'espressione imponente e formale per ristabilire il suo prestigio, sino al punto di divenire in qualche modo il simbolo della Controriforma.
Non a caso, il massimo sviluppo si ha in quel di Roma, dove l'architettura barocca rinnova ampiamente l'area del centro urbano con una revisione urbanistica che probabilmente è una delle più importanti.
Quadro storico 600'
L’intervento dell’uomo può risanare una situazione ma la può anche peggiorare. Le inadeguate misure predisposte dal governo possono anche intralciare il processo di ristabilimento di una crisi, possono anzi addirittura provocarla. Uno scritto anonimo indirizzato a Filippo IV intorno al 1621 rispecchia questo stato d’animo in tutti i suoi aspetti: «La negligenza di coloro che governano è, senza dubbio, causa della sventura, e varco da cui entrano tutti i mali e guasti di una nazione, e nessuna, penso, ne risente tanto come la nostra, che vive senza timore né sospetto alcuno di una prossima rovina, confidando in una mal posta presunzione». La crisi economica non abbraccia tutto il diciassettesimo secolo ma la crisi sociale si estende e ne supera i limiti. Parliamo di crisi sociale con riguardo ad aspetti che possono essere comprovati:
1) nell’ordine delle società del diciassettesimo secolo si avverte un’alterazione dei valori e dei corrispondenti modelli di comportamento.
2) se ogni società particolare presuppone un’accettazione attiva o rassegnata di tali valori e comportamenti, la loro messa in discussione porta con sé alterazioni di diversa intensità nei processi di integrazione degli individui che ne fruiscono in maniera diseguale.
3) in rapporto al tentativo di inquadrare individui e gruppi, suscitando in loro una sensazione di oppressione e di angoscia, si producono evidenti effetti di malessere e di più o meno aperta opposizione.
4) si producono trasformazioni nei rapporti e nei vincoli che univano gli individui fra loro, cambiamenti che sembravano ancora più pesanti a coloro che li subivano.
5) compaiono critiche che denunciano il malessere di fondo e suscitano, più o meno frequentemente, alcuni casi di comportamento deviante e di tensioni fra i gruppi, i quali, se raggiungono un certo livello di condensazione, esplodono in rivolte e sedizioni.
La crisi si verifica in tutti i Paesi europei, dalla Spagna alla Francia, dalla Germania all’Italia, mentre in Inghilterra la crisi permane finché in virtù della Rivoluzione non prevalgono i fattori che stavano cambiando la struttura del paese. Per di più, questa crisi comune a tutti i paesi europei durante il secolo non si deve considerare come un fenomeno nuovo, conseguente alla Guerra dei Trent’anni, in quanto la crisi ebbe inizio molto prima, interessò sfere non coinvolte nella guerra e fu anzi più grave nei paesi che non subirono direttamente gli effetti delle distruzioni e delle soldatesche, e non fu superata con il ristabilimento della pace.
La monarchia assoluta per risolvere la crisi sociale
Per ristabilire una situazione di pace civile si crea una vasta operazione sociale tendente a contenere le forze dispersive che minacciano di sconvolgere l’ordine tradizionale. A tal fine si pone mano allo strumento efficace della monarchia assoluta, probabilmente utilizzato già nel Rinascimento per frenare ogni movimento di sviluppo, e che nelle nuove circostanze della crisi del Seicento sarà applicato per sconfiggere i diversi fattori che tentano di rovesciare l’ordine stabilito. La monarchia assoluta diventa la chiave di volta del sistema sociale: siamo di fronte al regime assolutista del Barocco, in cui la monarchia rappresenta il vertice di un insieme d’interessi nobiliari restaurati, che si fonda sulla supremazia della proprietà della terra, che a sua volta è alla base del sistema. Tutto ciò non poteva significare semplicemente il ritorno ad una società feudale a prevalenza aristocratica, in quanto i nobili si erano per molti aspetti equiparati ai ricchi proprietari terrieri. Nonostante il livello della nobiltà, si dava ora un’indiscussa superiorità della monarchia a cui va aggiunta la centrale presenza di altri strati sociali. Erano classi da cui poteva scaturire la minaccia di destabilizzazione, per evitare la quale si poteva solo cercare di esercitare un controllo su esse, incorporandone in qualche modo larghi strati al mantenimento dell’ordine, coinvolgendoli nella propria difesa, incoraggiandoli ad accrescere il loro sforzo tributario: insomma integrando queste classi, nella maggior misura possibile, in un sistema che dobbiamo considerare come nuovo. Si tratta dunque della piramide monarchico-feudale a base proto-nazionale a cui diamo il nome di società barocca.
L’aristocrazia
Sebbene nel Seicento sussistano alcuni valori della cultura cavalleresca, non è per l’appunto questo il tipo di società che la cultura barocca promuove. Come l’assolutismo monarchico non si può confondere con l’arbitrario sistema patrimoniale del regno feudale, così la cultura cavalleresca e la cultura barocca non si possono sovrapporre. Il principio fondamentale di una società finisce per dominare anche le attività economiche. In Francia la nobiltà con le sue abitudini suntuarie sottrae dai possibili investimenti produttivi una parte non trascurabile delle entrate, aggravando una situazione di crisi economica; non manca poi di esigere una riserva di posti onorifici nella pubblica amministrazione e reclama puntualmente il mantenimento dei segni esterni — come ad esempio il vestire — che distinguono gli individui dei vari strati sociali. Cerca quindi di accrescere i propri domini territoriali e, invece di dedicarsi all’esercizio della manifattura o del commercio, ribadisce il concetto che vieta la compatibilità di tali attività con i privilegi nobiliari: se una legge consente nel diciassettesimo secolo che le due cose siano compatibili, tuttavia furono pochi ad entrare nel sistema, servendosi in alcuni casi di intermediari. In Spagna, questi stessi fatti si presentano con più accentuato rigore.
Cambio di valori
Se tutto il periodo del Barocco fu un’epoca di «reazione della nobiltà» il fenomeno si accentua negli ultimi decenni. Ecco dunque la ragione e il senso del sistema: privilegiare con ogni sorta di vantaggi i notabili onde mantenere l’ordine. Si ritiene che il declino e la perdita di potere della borghesia durante la prima metà del Seicento siano dovuti ad un calcolato rafforzamento del potere della nobiltà, la quale, al fine di trovare un appoggio, trascinò con sé gli arricchiti, così da arrestare gli altri gruppi in ascesa. Intorno al 1620 «il mercante indipendente, che rappresentava un prototipo di quella facile esistenza, quasi scompare nell’Europa occidentale, poiché dalle sue file ben pochi sono usciti e saliti in alto, facendo diventare i figli, nel caso non potessero essi stessi, funzionari o signori; ma i restanti, che sono i più, passando per le carceri e mentre si prendeva atto della loro dichiarata insolvenza, del loro fallimento, si sono trasformati nei poveri. Nel Seicento la nobiltà recupera un ruolo importante, su base economico-sociale, nella riorganizzazione assolutista della monarchia. La monarchia senza dubbio ha accresciuto il suo potere politico, ma dobbiamo tener ben presente il compromesso stipulato con la nobiltà. Non mancano esempi in cui si perseguita e si punisce il nobile ribelle, ma solo nei casi in cui è venuto a mancare l’obbligo contratto, cioè di collaborazione e distribuzione del potere tra il re e i nobili, su cui si fonda il regime nel diciassettesimo secolo. Non si perseguita né si annienta in modo alcuno il nobile in quanto tale: al contrario, egli è sempre considerato come il midollo della nazione. I suoi privilegi, eccettuati quelli meramente politici, si mantengono in primo luogo; gli sono riconosciuti i diritti signorili di fronte ai contadini e conserva la sua piena immunità tributaria. L’assolutismo non soppresse l’antico ordine sociale gerarchico; modificò, è vero, il rapporto fra le diverse classi e il re, ma lasciò immutata la reciproca relazione.
La Chiesa introduce nel suo codice di morale «cristiana» i modi di comportamento, celebrati dagli interessi aristocratici: modi che probabilmente formarono il quadro meno cristiano della Chiesa di Roma lungo tutta la sua storia. Codesti ideali nella Spagna del Conte-Duca non sono diversi da quelli della Francia di Richelieu: l’uno e l’altro animati da disprezzo verso la borghesia che resisteva a qualsiasi mutamento, e da un radicato disgusto nei confronti del basso popolo.
Il repertorio di mezzi di cui si serve la monarchia barocca per riuscire ad imporsi sulla tensione di forze avverse è molto ampio. Dalla repressione fisica, fondata sulla forza militare, ultima ratio della supremazia politica, fino ai meccanismi psicologici che agiscono sulla coscienza e producono una volontà repressa. Tra questi due estremi esistono mezzi molto diversi, il cui impiego risulta sorprendente e forse solo spiegabile coi presupposti psicologici e morali del Barocco. Quando si verificarono a Madrid alcuni atti sacrileghi in periodi diversi e persino, in un caso, due in uno stesso giorno e in chiese diverse, furono prese misure repressive e punitive consistenti nel sopprimere per la durata di otto giorni le commedie e imporre l’astinenza sessuale.
La Rivoluzione Scientifica
Arte Barocca
"Barocco è il termite usato dagli storici dell'arte per indicare lo stile dominante nel periodo 1600 - 1750. il suo significato originario di "irregolare, contorto, grottesco e bizzarro", è stato ora ampiamente riveduto. Lo stile barocco ha fondamenti negli ultimi anni del XVI secolo, ma nasce a Roma intorno al terzo decennio del Seicento. "
Pittura barocca
Estremamente varia e complessa ci appare la pittura dell'età barocca, la chiesa controriformata divenne la principale committente per le opere di pittura. Puntando sulla forza persuasiva del bello, la chiesa trovò nell'arte il modo giusto per ricondurre il mondo cristiano alla fede poichè era in grado di influenzare le emozioni.
In questo periodo perciò si intensificano le rappresentazioni di scene sacre soprattutto si dipingono quei soggetti che erano contestati dal pensiero riformatore, per esempio il culto di Maria.
I Palazzi e soprattutto le chiese furono decorati da immensi e grandiosi affreschi, che si avvicinano alla realtà grazie alla rappresentazione assolutamente naturale dei personaggi. Questo conferisce alle scene sacre rappresentate un carattere di credibilità che avvicinava i fedeli.
Grande importanza fu data alla decorazione dei soffitti, i pittori barocchi, grazie alla maestria nell'uso della prospettiva riuscivano ad ampliare gli spazi architettonici creando spazi irreali che univano il cielo e la terra, per esempio il soffitto della chiesa di Sant'Ignazio a Roma dipinto da Andrea Pozzo nel quale figure reali ondeggiano nell'aria in sospensione tra cielo e terra creando un'effetto trompe d'oeil.
Due erano le correnti artistiche che si andavano sviluppando nel seicento: quella naturalistica con Caravaggio e quella classicista proposta dalla scuola dei Carracci.
Caravaggio introdusse nei suoi dipinti la realtà di tutti i giorni; anche quando dipingeva soggetti religiosi, egli cercava la verità rappresentando le figure di Cristo, della Madonna, degli apostoli, utilizzando come modello persone comuni, come quelle che si potevano incontrare a quel tempo per le strade, facendole emergere da una luce particolare.
Questa pittura naturalista si diffuse ben presto in Italia nei primi venti anni del seicento, tra i più importanti rappresentanti ricordiamo pittori come Orazio Gentileschi e la figlia Artemisia, Bartolomeo Manfredi e Battistello Caracciolo, oltre a numerosi stranieri che operavano in Italia, fra cui il pittore francese Valentin de Boulogne e lo spagnolo Jusepe de Ribera.
La scuola che si sviluppò intorno ai Carracci invece cerca di tornare ai principi di chiarezza, monumentalità ed equilibrio tipici del Rinascimento.
Dei tre Carracci, Ludovico, Agostino e Annibale, fu quest'ultimo ad avere maggiore successo. Questo stile classicheggiante venne adottato da artisti come Guido Reni e Domenichino.
Architettura barocca
L'architettura barocca si esprime mediante la monumentalità delle forme. Molte città in questo periodo assumono una diversa fisionomia: si creano nuovi assi viari abbattendo i vecchi quartieri medievali. I palazzi, le piazze vengono costruiti con un forte intento scenografico, mirando a destare nello spettatore stupore e ammirazione.
Gli edifici dei nobili sono articolati in più corpi intorno ad un giardino adorno di giochi d'acqua, statue, viali e cascate che miravano con la loro spettacolarità ad autocelebrare la classe dominante. Per quanto riguarda le chiese, si prediligono la pianta centrale o a navata unica e coperture con grandiose cupole. La facciata ricoperta di sculture ha una funzione fortemente scenografica.
Fra i maggiori architetti del periodo barocco vi fu Carlo Maderno che edificò il prolungamento della navata di San Pietro e completò la facciata che era stata cominciata da Donato Bramante.
Altro architetto di rilievo fu Borromini, tra le sue realizzazioni, splendido esempio del barocco italiano, ricordiamo la facciata di San Carlo alle Quattro Fontane a Roma, con il suo andamento concavo e convesso ripreso all'interno della chiesa.
A Venezia era attivo Baldassarre Longhena che realizza la chiesa di Santa Maria della Salute, a Torino Guarino Guarini realizzò la Cappella della Santa Sindone.
A Napoli tra le costruzioni più emblematiche ricordiamo il chiostro della certosa di San Martino, la guglia di San Gennaro e la facciata di Santa Maria della Sapienza.
I più rinomati architetti dell'arte barocca sono:
- Burromini,
- Salvi
- Bernini
- Fontana
- Foggini
Letteratura&Musica
La letteratura:
La letteratura barocca scansa le regole che nel Cinquecento erano state elaborate attraverso le discussioni di poetica e di retorica, e rifiuta la convenzione classicistica che fa coincidere la bellezza con una rappresentazione idealizzata della realtà in forme composte ed equilibrate. Il barocco mira invece alla produzione di piacere attraverso l’effetto, la spettacolarità, la meraviglia, ottenuti anche con l’impiego di un linguaggio patetico o iperbolico. Facendo del giudizio del pubblico il criterio di validità estetica del testo, si tende a puntare sull’attualità invece che sulla tradizione, e così pure sull’effimero, connesso a un’espressività marcata e spettacolare. In molti casi il linguaggio tende a svuotarsi della sua dimensione conoscitiva e anche della sua potenziale funzione civile per diventare il luogo in cui si elaborano congegni retorici finalizzati a se stessi, come in un gioco intellettuale.
La “meraviglia”, concetto cardine della poetica barocca, viene perseguita operando sul linguaggio lungo due direttrici fondamentali. La prima è quella di conferire al linguaggio la forza di sollecitare i sensi e la fantasia attraverso l’impiego massiccio delle metafore, delle quali vengono teorizzati i percorsi: a partire da una metafora di tipo comune e di per sé poco sorprendente, come ad esempio “rosa, regina dei fiori”, si elencano le qualità e le caratteristiche della “rosa” e quelle della “regina”, per poi “trasferire” (la metafora è “trasferimento” del significato da un ambito proprio a uno non proprio) i dati di una serie nell’altra e viceversa. L’altra direttrice, strettamente connessa alla prima, è quella dell’impiego dei “concetti” per rendere prezioso e brillante il linguaggio.
Il “concetto”, l’altro elemento cardine di questa letteratura, è un artificio retorico che consiste nel combinare immagini tra loro molto diverse e nell’accostare cose tra loro molto distanti, ma tra le quali il poeta, per una sorta di illuminazione mentale, coglie, con sottile intelligenza, analogie nascoste e mai osservate prima, anche se spesso bizzarre. Il “concetto” stesso e insieme la facoltà di produrre “concetti” vengono denominati con termini quali “ingegno”, “acutezza”, “arguzia”, “spirito”. A questi se ne collegano altri impiegati nelle varie letterature europee: esprit in francese, agudeza in spagnolo, wit in inglese, Witz in tedesco.Un’altra caratteristica del linguaggio barocco è quella di sfumare l’ambito tradizionale della parola, quello strettamente letterario, orientandola verso altri ambiti artistici: in alcuni casi la parola tende a porsi, per la meticolosità descrittiva, in concorrenza con la pittura; in altri, facendo perno sui valori fonetici e svuotandosi della funzione referenziale, si trasforma in musica. Allo stesso modo la letteratura barocca tende a sfumare i confini – questa volta interni alla letteratura – tra i generi, creando combinazioni nuove come ad esempio il poema eroicomico. Il principio, nel caso dello sconfinamento della letteratura nell’arte e dello sconfinamento di un genere nell’altro, è lo stesso che regola la costruzione delle metafore, che combinano tra loro zone del reale mai accostate prima. In tutte queste tendenze e manifestazioni è sottesa l’idea che la poesia sia un fatto spettacolare, in cui il rapporto col pubblico è primario. La vita è intesa come teatro e la poesia accentua i caratteri di ambiguità e di illusionismo al punto che il verosimile (carattere della poesia) appare contiguo al vero da un lato e al falso dall’altro. Questa dimensione di apparenza instabile e di inganno può essere esibizione di virtuosismo, ma anche espressione di un radicale disinganno, quasi che nel vivere sia impossibile separare il vero dal falso, l’apparenza dalla consistenza, la vita dalla morte. Non a caso il tema della morte ricorre ossessivamente e comunica un senso di strutturale precarietà.
Giambattista Marino
Giambattista Marino è il massimo esponente della poesia barocca del XVI secolo. Nato a Napoli il 1569, vive perciò l’inizio del 1600 e ne assorbe inevitabilmente le inquietudini, le incertezze, la stessa ideologia. Viaggiò per molti corti italiane e, come pochi suoi colleghi dell’epoca fu molto ambito in ogni città e corte, tanto da essere conteso, per procacciarsi la sua straordinaria vena poetica. Peculiarità delle sue poesie è naturalmente il carattere encomiastico: numerose raffigurazioni pittoriche ed elogi poetici, garantivano a un casato nobile un maggiore consolidamento del potere. Fu un personaggio particolarmente interessante, per il suo carattere eccessivo nelle adulazioni, la usa superba presunzione e la manifesta superiorità sui suoi colleghi con cui era solito presentarsi e che, non poche volte gli procurarono le inimicizie di molti ambienti intellettuali. La sua grandezza fu talmente smisurata e la notorietà così popolare che, si parla di “marinismo”. Molti poeti dell’epoca, infatti, fecero riferimento ai canoni proposti nelle sue opere che, determinarono la fondazione di una vera e propria scuola poetica. Scrisse parecchie opere, tra le più importanti “La Lira” e “La Sampogna” anche, se compose altri scritti originali in cui il tema amoroso diviene espressione del piacere sensuale e fisico oltre che causa di tormento e sofferenza. Si tratta, ovviamente di un topus classico, che rintraccia le fila nella lirica provenzale. Il tema amoroso, diviene una riflessione artificiale, svuotata di ogni significato e valore culturale.
Ecco a voi un breve estratto da "la lira"...Donna che si pettina...
"Onde dorate,
e l’onde eran capelli,
navicella d’avorio un dì fendea;
una man pur d’avorio la reggeaper questi errori preziosi e quelli..."
La musica barocca
Il termine musica barocca è utilizzato per classificare la musica composta durante il periodo di diffusione del barocco nell'arte. I principali compositori che oggi vengono considerati barocchi sono Bach, Händel e Antonio Vivaldi. Si nota, in questa epoca, una unità di fondo tra la musica rinascimentale e quella barocca, ma verso la fine del XVI secolo si evidenzia un cambiamento di stile significativo: lo si può vedere confrontando alcune delle ultime opere di Palestrina con quelle più mature di Monteverdi, in cui si nota una forte influenza dell'Umanesimo.
La dottrina umanistica, per i compositori del XVI sec., portava al dominio del testo verbale su quello musicale, mentre fino ad allora la musica aveva avuto il sopravvento. La parola, come elemento che meglio esprimeva l'individualità umana, era di primaria importanza nella visione umanistica, per cui era vietato soffocarla con la musica. Per soddisfare questa necessità i compositori dell'epoca adottarono uno stile consistente in una sola linea melodica, con un accompagnamento armonico, mentre per rafforzare i concetti espressi nel testo venivano usati metodi diversi.
Anche in questi secoli i compositori dipendevano dalle corti o dal clero, come nel passato: bisognerà attendere il periodo del Romanticismo per poter assistere alla cessazione di questa dipendenza. Ai compositori dunque si chiedeva musica adatta alle occasioni, su commissione: per esempio l'Orfeo fu commissionato a Monteverdi per il carnevale di Mantova, mentre Bach componeva le cantate sacre per il servizio domenicale nella cattedrale di San Tommaso. Peraltro la composizione su "ordine" non escluse la nascita di capolavori come la Passione secondo Matteo o il Magnificat, proprio di J.S. Bach. Un merito dell'epoca barocca fu il maggior studio delle capacità espressive degli strumenti, che così non risultarono più intercambiabili facilmente tra loro e permisero di raggiungere risultati di maggior livello rispetto ai tempi precedenti. Già all'inizio del XVII secolo la monodia (canto ad una sola voce) prevalse; la polifonia si sviluppò ulteriormente, portando agli alti livelli del contrappunto strumentale mostrati dalle fughe di Bach. Nel processo di semplificazione attraversato, inizia la codificazione moderna del concetto di tonalità: gli otto modi precedenti, nel 1700, vennero del tutto sostituiti dai due modi (maggiore e minore) conosciuti nella musica occidentale.
Infine, le forme strumentali più affermate del periodo furono la suite e la sonata. La suite era una selezione di danze, solitamente presentata nelle quattro parti di allemanda, corrente, sarabanda e giga: di solito queste erano in una stessa tonalità, in cui ogni danza presentava due parti, delle quali la prima modulava in una tonalità vicina, la seconda tornava invece alla tonalità iniziale, il tutto poi veniva ripetuto due volte.La sonata inizialmente era simile alla suite, poi se ne differenziò, consistendo semplicemente in uno, al massimo due movimenti. Più tardi si definirono due tipi di sonata da camera (basata su movimenti di danza) e sonata da chiesa, dal contenuto solenne.
Attualità Barocco
"Nonostante il grande successo ottenuto tra i contemporanei, la critica successiva (a partire dagli arcadici) ha sempre svalutato la letteratura barocca, accusandola di eccessi stilistici e retorici, nonché di eccessiva lascivia e definendola decadente. L'800 e buona parte del '900 hanno proseguito lungo questa scia critica, ma nella seconda metà del '900 si è assistito a un progressivo recupero della letteratura barocca, ad opera di alcuni importanti critici come Giovanni Getto, Marzio Pieri e Giovanni Pozzi."